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COMFORT TERMICO DI UN EDIFICIO PER IL BENESSERE DEL CORPO

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comfort termico ambientale benessere

Come si misura in comfort termico ambientale: la normativa

Il comfort termico viene definito in generale come quella condizione in cui un utente si trova in una circostanza di benessere psico-fisico che gli fa affermare di non avere “né caldo né freddo”. Di questo argomento tratta nello specifico la norma UNI EN ISO 7730 del 2006.

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Il benessere del corpo parte dal comfort ambientale ovvero dall’avere una temperatura ed umidità ambientali ottimali in ogni ambiente della casa.

Premessa essenziale alla giusta interpretazione della norma è avere chiaro come questa classifica e nomina i vari tipi di ambiente.

Gli ambienti termici vengono così classificati:

Ambienti moderati, cioè tutti i luoghi di lavoro senza specifiche particolari né parametri termici che ostacolano il raggiungimento del comfort termico. In questi ambienti è infatti facile raggiungere il comfort termico grazie alla contenuta variabilità temporale delle condizioni microclimatiche oltre che da discreta attività fisica dei soggetti e da una sostanziale uniformità del vestiario;

Ambienti severi caldi, cioè ambienti in cui è richiesto un notevole intervento del sistema di termoregolazione dell’organismo (attraverso i meccanismi di vasodilatazione e sudorazione) al fine di diminuire l’accumulo di energia termica nel corpo.

Sono ambienti severi caldi quelli di lavoro in cui si è al contatto con l’alta temperatura e proprio per questo è necessario avere un abbigliamento adeguato. In questi ambienti, lo scopo della norma è quello di contenere entro certi limiti il parametro di stress termico dell’individuo.

Lo stress termico viene misurato attraverso un indice chiamato WBGT (Wet Bulde Globe Temperature) come indicato dalla norma ISO 72243;

Ambienti severi freddi, allo stesso modo di quelli severi caldi, sono quegli ambienti dove è richiesto un notevole intervento del sistema di termoregolazione dell’organismo (quali i meccanismi di vasocostrizione e brivido) per far sì che la diminuzione della temperatura all’interno del corpo sia minima.

UNI EN ISO 7730 (2006) Ergonomia degli ambienti termici – Determinazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale.

All’interno della norma vengono presentati i metodi atti a misurare la sensazione termica complessiva ed il grado di malessere (più precisamente definita come insoddisfazione termica) degli utenti esposti in ambienti termici moderati.

La misura del benessere termico viene effettuata in maniera analitica, attraverso il calcolo dei due variabili, il PMV (predicted mean vote – voto medio previsto) e del PPD (predicted percentage of dissatisfied – percentuale prevista di insoddisfatti) e dei parametri di benessere termico locale, determinando sia quelle che sono le condizioni ambientali da considerarsi accettabili per il benessere termico globale sia quelle che invece definiscono il disagio locale. Unica prerogativa, è l’applicabilità della norma soltanto a uomini e donne in buona salute esposti ad ambienti chiusi nei quali si cerca di raggiungere il benessere termico.

Indici di benessere: il PMV e il PPD

Indice di PMV Calcolo del Comfort Termico

Indice di PMV- Si veda come il PMV viene espresso in maniera convenzionale da numeri positivi per espreimere la sensazione di caldo e negativi per esprimere la sensazione di freddo. Allo zero corrisponde la situazione di comfort termico

Il voto medio previsto (PMV) e la percentuale di insoddisfatti (PPD) come si è detto, sono indici di comfort termico globale che servono a determinare la sensazione termica.

La sensazione termica dell’uomo è collegata strettamente al bilancio di energia termica del corpo umano che come facilmente intuibile dipende sì dalla temperatura dell’aria, dalla velocità e dall’umidità dell’aria stessa ma anche dall’attività fisica e dall’abbigliamento dell’individuo.

La sensazione media prevista viene intesa come la sensazione media di un gruppo di individui che abbiano come presupposto l’essere in buona salute.

La sensazione viene definita con indice numerico da +3 (molto caldo) a -3 (molto freddo) indicando con lo zero (0) la sensazione di né caldo né freddo che coincide con la situazione di comfort termico.

Il PMV è comunque da considerarsi un voto medio e quindi, anche facendo l’esempio di avere un risultato uguale a 0, è da interpretare come un voto espresso dalla maggioranza degli utenti ma non si può essere sicuri che sia stato espresso dalla totalità.

Infatti nella totalità ci saranno anche individui insoddisfatti, che rientrano nell’indice PPD (percentuale di insoddisfatti). Per un PMV pari a 0 è possibile avere un PPD del 5%.

Riassumendo, per avere una condizione di comfort termico definito attraverso gli indici PMV e PPD, è sufficiente che il PMV abbia valore 0 e il PPD resti nell’intervallo [-0.5,0.5].

Indici PMV e PPD

Indice di PMV e PPD- relazione esistente tra il voto medio previsto (PVM) e la percentuale di insoddisfatti (PPD)

Per concludere il calcolo dei due parametri PMV e del PPD come sopra descritti e definiti, determinanti il libello di benessere termico, avviene attraverso l’uso di programmi appositamente studiati e chiaramente gestiti e gestibili solo da professionisti del campo.

È bene quindi affidarsi sempre a professionisti in materia di energia per il calcolo e quindi la verifica del comfort termico in un ambiente finalizzato al miglioramento della qualità della vita nella propria casa.

 

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