EDIFICI AD ENERGIA QUASI ZERO
EDIFICI AD ENERGIA ZERO (o quasi)
Cosa sono gli edifici ad energia quasi zero?
Sia per via della crisi sia per il crescente sentimento ecologico delle persone si riscontra oggi una crescente sensibilità al risparmio energetico degli edifici, i tecnici più attenti ed addetti ai lavori cominciano ad interessarsi alla nuova Direttiva Europea per l’Efficienza
Energetica degli Edifici che ha introdotto la necessità di trasformare tutti gli edifici ad energia quasi zero, da qui al 2020.
EDIFICI AD ENERGIA QUASI ZERO
La nozione di “edificio a energia quasi zero” è stato introdotto dalla direttiva europea 201 0/31/UE in vigore dal 1 gennaio 2012 in tutti gli stati membri della comunità europea.
La nuova direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici, che di fatto aggiorna e sostituisce la precedente direttiva 2002/91/CE, prevede che dal 2020 tutte le nuove costruzioni siano “edifici a energia quasi zero”, ovvero edifici costruiti con un “fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo“.
Consumo residuo che in ogni caso “dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze”.
La nuova direttiva europea sul consumo energetico degli edifici sottolinea ancora una volta come il settore dell’edilizia rappresenti un settore chiave per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico, e di riduzione delle emissioni di CO2 e altri gas serra.
Si stima che il 40% del consumo globale di energia nell’Unione sia infatti dovuto proprio dagli edifici.
Diviene perciò fondamentale normare ed intervenire con misure efficaci di contenimento dei consumi, che si concretizzano nell’incremento dell’efficienza energetica degli edifici e di tutti gli impianti ad essi collegati.
RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI ESISTENTI e EDIFICI AD ENERGIA QUASI ZERO
La riqualificazione energetica degli edifici esistenti può essere più economica se si parte con l’idea di rendere prima gli edifici ad energia quasi zero in pratica rendendo prima una l’edivicio il più possibile simile ad una passivhaus ed abbinandogli poi una produzione di energie da fonti rinnovabili per la copertura dell’energia necessaria residua.
Ad esempio, quando un edificio esistente è ben orientato rispetto al sole, ovvero se ha almeno una falda orientata a sud, risulterà certamente meno difficile e dispendioso applicargli i principi fondamentali delle passivhaus e non resterà che provvedere all’ approvvigionamento delle risorse energetiche rinnovabili con ad esempio un impianto fotovoltaico e/o termico di ridotte dimensioni, dovendo soddisfare meno richiesta.
In sostanza in una ristrutturazione secondo i criteri finalizzati al raggiungimento delle caratteristiche di una passivhaus, può comportare ad esempio un notevole risparmio sulla pompa di calore da installare e ad una minore estensione dell’impianto fotovoltaico sulla casa passiva.
Anche pensando ad esempio di triplicare il costo dell’isolamento termico dell’involucro e della tenuta all’aria dei serramenti, aggiungendo infissi in legno certificati ad alta tenuta, si poi spendere molto meno sugli impianti.
Trattandosi di un bilancio termico se io riduco le dispersioni al massimo posso avere impianti almentati con energia rinnovabile molto piccoli riducendo così i costi dell’impianto che bilanciano i costi dovuti al maggiore isolamento ed ai dispositivi schermanti necessari.
NUOVI EDIFICI PIÙ ECONOMICI CON L’APPROCCIO PROGETTUALE AGLI EDIFICI AD ENERGIA QUASI ZERO
Volendo sintetizzare come si dovrebbe procedere per ottenere edifici che non consumano nulla (o quasi) lo si può fare con la seguente formula:
Edifici ad Energia Quasi Zero = Casa Passiva + Fotovoltaico
Pur nella voluta semplificazione la formula ci dice subito come operare, la potenza di picco di un impianto fotovoltaico richiesto per coprire il fabbisogno elettrico di una casa passiva (passivhaus) con destinazione d’uso a civile abitazione oscilla mediamente dai 2 kWp ai 4 kWp (ovviamente ogni caso andrà puntualmente analizzato).
In Italia, grazie al buon soleggiamento e temperature relativamente miti, realizzare edifici ad energia quasi zero, in rapporto alle dispersioni energetiche invernali, è sicuramente alquanto facile ed economico rispetto ai paesi del nord Europa.
Occorre comunque far attenzione alla climatizzazione estiva da non trascurare nel bilancio energetico complessivo.
Per una casa passiva potrebbero dunque bastare dai 15 ai 40 mq di tetto per raggiungere l’autonomia energetica.