Ponti Termici: la termografia
Si sente spesso parlare in edilizia di ponti termici come causa principale di muffe, condensa e sprechi energetici.
Cosa sono i ponti termici?
Si tratta di zone dell’edificio nelle quali si ha dispersione di calore, il Dlgs 192 del 2005 “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia” definisce il ponte termico come “discontinuità di isolamento termico che si può verificare in corrispondenza agli innesti di elementi strutturali (solai e pareti verticali o pareti verticali tra loro)”.
Il motivo delle dispersioni in questi punti critici è dovuto al fatto che in queste zone la trasmittanza è superiore rispetto alle altre parti che compongono l’edificio.
Cos’è la trasmittanza?
La trasmittanza rappresenta l’energia, il flusso di calore, che attraversa l’elemento costruttivo sottoposto a differenza di temperatura (tra interno ed esterno dell’edificio) in un determinato lasso di tempo.
Come abbiamo detto in presenza di ponti termici la trasmittanza è maggiore in quel punto dell’edificio rispetto al resto della struttura.
Tipi di ponti termici
Esistono 2 tipi di ponti termici:
– i ponti termici geometrici o di forma, cioè quelli che si hanno in corrispondenza di punti in cui la disomogeneità deriva dalla disposizione geometrica delle strutture, ad esempio si verificano negli angoli delle pareti perimetrali o quando vi sono aggetti.
– i ponti termici di struttura, cioè quelli causati dall’accostamento di parti dell’edificio realizzate in materiali diversi come ad esempio strutture in cemento armato e tamponamenti in laterizio o strutture in acciaio con elementi in vetro o in laterizio.
I vantaggi della risoluzione dei ponti termici sono notevoli:
– risparmio energetico e quindi di conseguenza minori spese di riscaldamento e raffrescamento;
– risparmio sulle spese di manutenzione in quanto strutture e finiture si conservano più a lungo in buono stato senza i danni causati da umidità e muffe;
– poter vivere in un ambiente sano e confortevole caratterizzato da alto benessere indoor, grazie a giusti valori di temperatura, umidità e alla diminuzione di sostanze nocive all’interno della casa.
Per poter però eliminare i ponti termici è necessario sapere di preciso dove sono e capire cosa li causa.
Quali edifici hanno i ponti termici?
Purtroppo i ponti termici non sono presenti solo nei vecchi edifici non isolati ma spesso anche in fabbricati di recente ristrutturazione nei quali si è realizzato il cappotto per renderli migliori dal punto di vista dell’efficienza energetica o in moderni fabbricati a risparmio energetico, magari certificati con classe energetica molto elevata (A, B o C) ma che in realtà non vengono realizzati a regola d’arte; bastano infatti disattenzioni o errori da parte dell’impresa nella posa dell’isolante o nella realizzazione del cappotto per avere ponti termici e dispersioni anche rilevanti.
Come trovare i ponti termici con la termografia
Grazie alla termografia a infrarossi è possibile registrare le radiazioni termiche di un corpo, che normalmente non sono visibili all’occhio umano, e capire quali sono i punti in cui si verificano le maggiori perdite di calore evidenziando eventuali errori costruttivi come la non corretta coibentazione di un tetto o di una parete perimetrale.
Un‘analisi termografica volta a individuare ponti termici e dispersioni di calore deve essere fatta in inverno quando cioè vi è una significativa differenza di temperatura tra interno ed esterno dell’edificio.
Una volta individuata la presenza di dispersioni nell’edificio e le loro cause sarà possibile pianificare il tipo di interventi da effettuarsi per risolvere i ponti termici esistenti.