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Ponti Termici trascurati modificano la reale classe energetica

I ponti termici non risolti possono essere uno dei motivi degli alti consumi per riscaldamento che possono portare alla diminuzione della reale classe energetica dell’edificio rispetto a quella dichiarata nella certificazione energetica ufficiale.

Avete acquistato un edificio a cui è stata attribuita una buona classe energetica eppure riscontrate un alto consumo  di riscaldamento medio annuo, ben oltre quanto prevedibile dalla certificazione energetica?

All’interno della vostra abitazione riscontrate la presenza di condensa o muffe localizzate?

Uno dei motivi principali potrebbe essere la presenza di ponti termici non correttamente risolti in fase di progetto o di costruzione dell’edificio.

Il ponte termico è definito come una discontinuità costruttiva che, avendo caratteristiche termiche differenti dal resto delle strutture dell’immobile, ha una trasmittanza termica più alta.

Questo significa che la quantità di calore che attraversa il ponte termico in un determinato periodo di tempo è maggiore di quella che attraversa le altre strutture non interessate dal ponte termico nello stesso intervallo, oppure in altre parole il ponte termico porta all’interno dell’abitazione il freddo esterno generando superfici con temperature più basse delle altre, sulle quali si ha il fenomeno della condensazione dell’umidità relativa dell’aria.

Quindi, il ponte termico è uno dei principali motivi sia delle dispersioni termiche di un edificio sia della formazione di umidità e muffe inoltre se vi sono ponti termici irrisolti ne consegue la necessità di riscaldare di più l’abitazione, con notevole aumento dei consumi medi stagionali per il riscaldamento oltre che sulla classe energetica dell’edificio e di conseguenza sul valore economico dell’immobile.

COSA SONO DOVE SONO LOCALIZZATI I PONTI TERMICI?

Essendo definiti come discontinuità costruttive, i ponti termici si localizzano laddove si presentano interruzioni di struttura (ponte termico strutturale), quindi per esempio in corrispondenza dei serramenti o di qualsiasi altro nodo strutturale in cui vi è brusco cambio di materiale.

Ponti Termici e dispersioni energetiche

Le due tipologie di ponte termico: a sinistra il ponte termico strutturale e a destra il ponte termico geometrico

Altra tipologia e di altra natura è il ponte termico geometrico che si individua laddove vi è cambio di geometria, quindi per esempio in corrispondenza degli spigoli e più in generale nel raccordo tra i pilastri, solai e muri.

COME INDIVIDUARE E MISURARE I PONTI TERMICI IN UN EDIFICIO

L’unico metodo attendibile per individuare in modo puntuale i ponti termici in un’abitazione è quello di effettuare una visualizzazione termografica.

Un rilevamento termografico, infatti, effettuato con un’apposita apparecchiatura a raggi infrarossi (termocamera), consente di individuare quali sono i punti dell’edificio in cui vi sono maggiori perdite di calore che coincidono nel 90% dei casi con i ponti termici. Questi possono rappresentare anche superare il 30% delle dispersioni termiche totali di un edificio.

La termografia di un edificio, per far sì che produca risultati attendibili, è bene effettuarla in periodi invernali quando la differenza di temperatura tra l’interno dell’edificio e l’esterno è consistente (ottimale circa 15°C). Questo proprio perché la termocamera deve rilevare le differenze di temperatura dei vari punti della parete. Con un termoflussimetro è poi possibile misurare il flusso di calore che attraversa l’edificio e fuoriesce da questo in punti specifici delle pareti.

Verifica della certificazione energetica

Esempio di analisi termografica per la Verifica della Certificazione Energetica

Da sottolineare il fatto che con l’analisi termografica i ponti termici e quindi le perdite di calore vengono localizzate ed individuate ma non quantificate nella loro entità. Per sapere quanto disperde un ponte termico è necessario valutarlo analiticamente e/o come detto misurarne il flusso termico che lo attraversa mediante un termoflussimetro.

COME EVITARE I PONTI TERMICI IN FASE DI COSTRUZIONE E COME ELIMINARLI IN CASO DI EDIFICIO ESISTENTE

Prima cosa è necessario individuare i ponti termici (per questo è utile la termografia) e poi valutarne la loro incidenza sui consumi totali.

Se siamo in un caso di edificio esistente, una volta individuati i punti di maggiore dispersione di calore è utile avere qualche idea su come eliminarli o almeno ridurli.

Generalmente in questi casi si procede con un isolamento a cappotto (realizzazione di un cappotto termico) o con la realizzazione di una facciata ventilata, quindi esterna all’edificio che consente di ridurre la trasmittanza termica delle pareti e contenere i ponti termici o altrimenti, più raramente con un isolamento interno.

Negli edifici di nuova costruzione è bene prevedere quello che viene chiamato comunemente il taglio termico da realizzarsi per isolare tutti gli elementi strutturali che portano a dispersioni di calore.

Con il termine taglio termico si individua quell’elemento o quell’accorgimento preso in fase di costruzione che prevede di spezzare il ponte termico laddove si genererebbe e quindi di impedire che si generi la dispersione.

Per realizzare il taglio termico è bene quindi per esempio spezzare la soletta del balcone dal solaio interno interponendo un isolante termico.

Per ciò che riguarda gli infissi, ne esistono tipologie, chiamate appunto infissi a taglio termico, che al loro interno hanno elementi a bassissima conduttività termica, studiati apposta per ridurre al minimo il calore che viene scambiato tra interno ed esterno.

 E’ chiaro dunque l’importanza di individuare e risolvere tutti i ponti termici di un edificio per limitare i consumi energetici rileviamo tuttavia che molte certificazioni energetiche vengono rilasciate senza tener conto dei reali ponti termici presenti nell’edificio e questo falsa completamente la reale classe energetica dell’edificio.

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