Si può cambiare destinazione d’uso di un’unità immobiliare e usufruire del superbonus 110%?

L’interpretazione pare  corretta, sia in base alla circolare 24/E/2020, paragrafo 2 (che richiede la destinazione residenziale per fruire del superbonus al 110% per cento) sia in base alla prassi pregressa in materia di detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio con cambio di destinazione d'uso, per i quali è comunque richiesta la destinazione residenziale, come nel caso del superbonus del 110% per cento.

L’Agenzia delle Entrate, infatti, con la risoluzione 14/E/2020), ha chiarito che spetta la detrazione (ora del 110% per cento) su un ammontare massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare (articolo 16–bis del Tuir, DPR 917/1986, e articolo 16 del Dl 63/2013) anche per i lavori di ristrutturazione di un fabbricato rurale strumentale (un fienile nel caso precisato), che a seguito della realizzazione dell’intervento edilizio acquisisce la destinazione d’uso abitativo, a condizione che nel provvedimento amministrativo che consente i lavori risulti chiaramente che gli stessi comportano il cambio di destinazione d’uso del fabbricato, (nel chiarimento dato prima dall’AdE da strumentale agricolo), in abitativo.

Le medesime conclusioni sono applicabili al superbonus del 110% per cento: pertanto, si potrà fruire di tale de- trazione a condizione che nel provvedimento amministrativo che consente i lavori risulti il cambio di destina- zione d’uso del fabbricato in abitativo.

Si può dunque cambiare destinazione d'uso in residenziale ed avere comunque l'accesso al superbonus 100%.